attilio marchetti:
una retrospettiva
Ad una mostra retrospettiva si associa
inevitabilmente la parola "ricordo" e il ricordo č quasi
sempre legato ad un'immagine, talvolta a un profumo, a un odore.
La bottega del barbiere Attilio con i vetri appannati
in autunno, la porta aperta in estate, io passo e annuso, escono i profumi
della barberia, gli stessi che ritroverņ addosso a mio fratello, mio padre e mio nonno.
Annuso
ma non entro.
lo ho le trecce e la gonna e questo non č un posto
adatto alle bambine: dentro gli uomini parlano, scherzano, guardano i giornali
con le attrici.
Ma
c'č un elemento rassicurante: č proprio il barbiere Attilio.
Un uomo signorile e di bell'aspetto
che, oltre a tagliare barba e capelli aveva qualcos altro da dire. Molto di ciņ che ha espresso nella
sua vita č oggi qui, davanti ai nostri occhi.
Sono le case in cui vivevamo, i prati in cui
giocavamo, le ville che sognavamo, una memoria d'immagine capace di ricreare
l'odore del fieno, dei pioppi, della pompa di benzina, dei muri scaldati dal
sole, dell'acqua del Taro.
Attilio chiudeva il suo negozio di profumi
artificiali e apriva il cavalletto per catturare quelli della natura.
Tra un nascondino e un tiro al pallone, noi bambini ci
fermavamo divertiti a guardare i colori che si mescolavano.
Ora siamo grandi, i nostri ragazzi giocano ancora a
nascondersi e a correre dietro ad una palla e quei colori stesi con stile e
passione sono qui, filo che conduce le emozioni ad
attraversare il tempo senza sbiadire mai.
Maristella
Galli
Assessore
alla Cultura
Comune
di Collecchio