L'ESPERTO RISPONDE
COS'È L'INDICE BIOTICO ESTESO E COME VIENE CALCOLATO (DA QUALI ALTRI INDICI È COMPOSTO)? L’Indice Biotico Esteso deriva dal "Trent Biotic Index" (Woodiwiss, 1964), aggiornato come "Extanded Biotic Index - E.B.I." (Woodiwiss, 1978) e adattato per una applicazione standardizzata ai corsi d'acqua italiani (Ghetti, Bonazzi, 1981; Ghetti 1986; Ghetti 1997) Il metodo si basa sullo studio della composizione delle comunità di organismi macroinvertebrati presenti nei diversi tratti dei corsi d'acqua. Esso si propone i seguenti obiettivi: - fornire un giudizio sintetico sulla qualità complessiva dell'ambiente, stimando l'impatto che i fattori di alterazione dell'ambiente esercitano sulle comunità che colonizzano le diverse zone del fiume; - esprimere un giudizio complementare al controllo fisico e chimico: mentre quest'ultimo individua analiticamente le singole cause e la dinamica del processo di alterazione dell'acqua (stima del rischio ambientale), il monitoraggio biologico verifica gli effetti d'insieme prodotti dal complesso delle cause inquinanti (analisi degli effetti reali); - individuare e quantificare gli effetti prodotti da scarichi saltuari o accidentali, non rilevabili altrimenti in periodi successivi allo sversamento; - classificare i corsi d'acqua in classi di qualità, lungo il profilo longitudinale, in modo da ottenere un quadro d'insieme utile, sia alla programmazione degli interventi risanatori, che ad una corretta pianificazione del sistema di monitoraggio fisico, chimico ed igienistico (caratterizzato da una esigenza di controllo continuo nel tempo e quindi proponibile solo su un numero ristretto di stazioni); - definire i livelli di riferimento della qualità dell'ambiente su cui commisurare nel tempo l'efficacia degli interventi risanatori; - definire il valore naturale di un determinato ambiente per una politica di protezione e conservazione (parchi fluviali, riserve, ecc.). Vi è inoltre la possibilità di utilizzare queste mappe come supporto alla redazione delle carte ittiche, tenendo conto che: - negli ambienti fluviali i macroinvertebrati costituiscono l'alimento preferenziale dei pesci; - le metodologie proposte in letteratura per la valutazione delle capacità ittiogeniche di un determinato ambiente richiedono anche una valutazione del livello di qualità dello stesso. La tecnica di campionamento prevede la cattura dei vari taxa con l'ausilio di un retino immanicato e secondo transetti obliqui trasversalmente al corso d'acqua. Dopo una prima analisi degli organismi in vivo, il materiale viene trasportato in laboratorio per una classificazione definitiva con l'ausilio dei microscopi stereo e a trasmissione e di chiavi di classificazione. Il calcolo del valore dell'indice I.B.E. tiene conto degli organismi campionati in funzione della loro sensibilità all'inquinamento e della ricchezza in taxa della comunità (Tab. A). Il livello di identificazione sistematica degli organismi è stabilito rigorosamente per ogni gruppo (genere o famiglia) e viene indicato come "Unità Sistematica" (U.S.) (Tab. B). I valori di I.B.E. vengono convertiti in 5 Classi di Qualità individuate da cinque colori diversi (Tab. C). E' importante però chiarire il significato che occorre attribuire ai giudizi sintetici che definiscono ciascuna classe di qualità: si tratta di valutazioni che sono in relazione ad una qualità dell'ambiente biologico e non hanno riferimento, almeno come correlazione diretta, con le diverse possibilità di utilizzazione umana delle acque (usi potabili, per la balneazione, irrigui, industriali). Ha invece un riferimento diretto per quanto riguarda la salvaguardia della vita acquatica e quindi l'uso ambientale di un corso d'acqua.
Le Tabelle citate nel testo le trovate in allegato nel file denominato "Tabelle". L'allegato "SchedaIBE" mostra un esempio di scheda da campo
VOGLIO CONOSCERE LE METODICHE DEL PROTOCOLLO GREEN
Per avere informazioni sul protocollo Green può visitare i seguenti siti: www.itis.mn.it/mincio www.earthforce.org/green
ANALISI CHIMICO-FISICHE Per poter rispondere alla sua domanda ho bisogno di capire meglio a che cosa si riferisce: normativa, metodiche da utilizzare, etc
COSA E' IL DEMANIO FLUVIALE? Definizione giuridica: Appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico tutte le acque sotterranee e superficiali anche raccolte in invasi e cisterne
Definizione letteraria: Complesso di beni appartenenti allo Stato e destinato all'uso diretto o indiretto dei cittadini
Nella sezione delle norme potrete trovare le legi che regolamentono l'utilizzo delle acque
SI POTREBBERO AVERE ALCUNE LEGGENDE SULL'ACQUA? Stiamo provvedendo ad aggiornare il sito con miti e leggende sull'acqua. Appena pronti li pubblicheremo. Grazie per la pazienza
COME È FATTO UN ACQUEDOTTO?
COME SI PRELEVA L'ACQUA DAL FIUME?
DOVE SONO LE CONDUTTURE DELL'ACQUA POTABILE NELLA CITTÀ? L'acquedotto è composto essenzialmente dalle seguenti opere: di captazione, di adduzione, di accumulo, di distribuzione. A queste si aggiungono spesso opere accessorie: impianti di potabilizzazione, impianti di sollevamento.
Le opere di captazione richiedono generalmente la costruzione di dighe o, più frequentemente, di traverse, cioè di strutture di sbarramento (di intercettazione) di alvei fluviali necessarie a creare le condizioni idrauliche adatte all'alimentazione delle opere di presa. Esse possono essere in muratura o in materiale sciolto (terra, scogliera). Nel caso l'approvvigionamento avvenga dalle falde si ricorre invece ai pozzi. L'opera di captazione è direttamente collegata alle condotte di adduzione, che veicolano l'acqua ai serbatoi di accumulo (o di compenso) o direttamente alla rete di distribuzione. Le opere di adduzione possono essere a pelo libero o sotto pressione. Quelle a pelo libero sono costituite da canali e funzionano a gravità; questo sistema, molto diffuso in passato, è stato ormai abbandonato per ragioni igieniche, oltre che di convenienza costruttiva e di esercizio. Quelle sotto pressione sono condotte posate in trincee e ricoperte di terreno ben costipato. Le opere di distribuzione sono costituite da un sistema di tubazioni (reti), facenti capo ad una condotta principale direttamente allacciata al serbatoio di compenso. La rete può essere aperta (cioè costituita da diramazioni della condotta principale, ramificantesi fino alle utenze periferiche) o a maglie, cioè costituita da un insieme di circuiti in ciascun punto dei quali l'acqua può giungere dsa almeno due direzioni diverse. I serbatoi sono quelle costruzioni a fungo che emergono dal paesaggio e servono ad accumulare i volumi d'acqua necessari sia a compensare le fluttuazioni dei consumi, sia ad assicurare un adeguato rifornimento in periodi di emergenza. I serbatoi di testata, sono direttamente alimentati dalle condotte adduttrici; i serbatoi di estremità se sono invece posti a valle della rete (che è pertanto alimentata direttamente dal sistema adduttore). Nel caso di grandi agglomerati è necessario moltiplicare il numero dei serbatoi.
Molto spesso nell'acquedotto va inserito un impianto di potabilizzazione, in cui l'acqua viene sottoposta a trattamenti più o meno spinti a seconda delle sue caratteristiche (questa materia è regolamentata dal D.Lvo 152/99, che prevede tre categorie di trattamento: Categoria A1 - trattamento fisico semplice e disinfezione; Categoria A2 - trattamento fisico e chimico normale e disifezione; Categoria A3 - trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione). - Trattamenti fisici semplici: servono ad eliminare i solidi sospesi sedimentabili e non sedimentabili (sostanzialmente viene effettuata una sedimentazione ed una filtrazione dell'acqua). - Trattamenti fisici e chimici normali e spinti eliminano i solidi e correggono le caratteristiche chimiche dell'acqua. - Trattamenti d'affinazione consistnono nella demineralizzazione e nel miglioramento delle caratteristiche dell'acqua. - Disinfezione per eliminare i microorganismi (clorazione, ozonizzazione, raggi UV).
RICHIEDO COMPOSIZIONE SALINA QUALI-QUANTITATIVA OTTIMALE DELL'ACQUA DA BERE TUTTI I GIORNI. GRAZIE
Le caratteristiche delle acque potabili sono disciplinate dal DPR n. 236/88,negli allegati infatti sono pubblicate le tabelle con valori ottimali e valori limite per tutti i parametri, quindi anche per i sali minerali. Nel caso in cui non riuscisse a reperirle provvederemo a metterli in rete.
QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE UNA ZONA DESTINATA A RIPOPOLAMENTO E FREGA?TALI ZONE DI RISPETTO ITTICO POSSONO ESSERE ISTITUITE IN LUOGHI DOVE SONO FORTEMENTE PRESENTI ATTIVITÀ UMANE,COSÌ DA COMPROMETTERE LA TRANQUILLITÀ DELLA FAUNA ITTICA STESSA? GRAZIE. Le zone di ripopolamento e frega devono rispondere a determinati requisiti, spesso contrastanti tra loro; un esempio: allo stato attuale, le migliori aree di rifugio faunistico per i pesci sono istituite in aste fluviali proprio all’interno di centri abitati, in modo da limitare, se non ridurre completamente, i problemi legati all’attività di bracconaggio. Tieni conto che anche la predazione naturale, come quella degli uccelli ittiofagi, viene così molto ridotta. Di contro possono aumentare i problemi di polluzione (inquinamento). Ciò è in evidente antitesi con il concetto esposto nella richiesta che mi hai formulato. E’ evidente che un’asta fluviale, in un centro abitato, non è il luogo più tranquillo per un pesce, specie se con attitudine spiccatamente “antropofobe” quali i salmonidi, ma tieni conto che, come ampiamente dimostrato, i pesci si abituano molto in fretta.... Ciò premesso, è possibile stilare una lista di caratteristiche da tenere in considerazione per la scelta di idonee aree di ripopolamento e frega. In primis, è opportuno fare una precisazione. Non sempre, in natura, le zone di frega coincidono con le aree di svezzamento. E’ anzi vero che gli avannotti si mantengono vicino ai nidi dopo la nascita per un periodo molto ridotto. Non appena sono in grado di alimentarsi e sono completamente autosufficienti, inizia il processo di dispersione che li porta a colonizzare ambienti anche molto differenti. In linea di massima, zone idonee per la chiusura della pesca da utilizzare ad aree riproduttive o di accrescimento dovrebbero comunque avere queste caratteristiche: · facile accessibilità; · facile controllabilità; · ampia disponibilità di rifugi sommersi; · assenza o limitata presenza di predatori naturali (compresi pesci conspecifici); · ampia diversità ambientale: in particolare presenza di riffles a bassa profondità e velocità di corrente non elevata; presenza di buche anche profonde per i riproduttori; · buona produttività (da verificare con campionamenti specifici); · buona copertura vegetale; · limitata antropizzazione dell’alveo bagnato (assenza di ostacoli naturali in grado di condizionare la libera distribuzione dei pesci); · substrato idoneo: in particolare ciottoloso-ghiaioso per le aree di frega; · adeguata lunghezza, non inferiore comunque a 500 m.; · parametri chimico-fisici dell’acqua ok; · portata costante e, per quanto possibile, non compromessa da derivazioni.
Questo è da riferirsi ad una zona per salmonidi
Per i ciprinidi valgono più o meno le stesse indicazioni, eccezion fatta per il substrato, di granulometria più fine, e per la più accentuata necessità di microhabitat differenti.
SPETT. SERVIZIO :"L'ESPERTO RISPONDE",
DESIDERAVO SAPERE
IN CHE MISURA PAGARE IL CANONE PER USO AGRICOLO.
IO SONO PROPRIETARIO DI UNA AZIENDA DI 10 ETTARI
IRRIGATA CON LE ACQUE DI UN POZZO CON PORTATA DI 20 LITRI,
MA LA PORTATA UTILIZZATA É DI 10 L/S. PER 5 ORE AL GIORNO (IL POZZO É DOTATO DI CONTATORE VOLUMETRICO)
PERTANTO DEVO PAGARE, IN FUNZIONE DELL'ESTENSIONE AZIENDALE, DELLA PORTATA DEL POZZO, O INFINE DELLA PORTATA UTILIZZATA?
INOLTRE DESIDERAVO SAPERE, SE NELL'AMBITO DELLA SEMPLIFICAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE, A CORREDO DELL'ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE PER PROCEDERE A RICERCHE DI ACQUE SOTTERRANEE AI SENSI DELL'ART.95 DEL T.U.11/12/1933 N.1775, É NECESSARIO ALLEGARE I CERTIFICATI CATASTALI E GLI ESTRATTI DI MAPPA (RILASCIATI DAL CATASTO) IN ORIGINALE IN BOLLO COME RICHIESTO DAI COMPETENTI UFFICI DEL GENIO CIVILE, O INVECE É SUFFICIENTE L'AUTOCERTIFICAZIONE OPPURE GLI STESSI CERTIFICATI RILASCIATI DAL CATASTO MA NON IN BOLLO.
ED INFINE DESIDERAVO CONOSCERE LA PROCEDURA PER LA REALIZZAZIONE DI UN POZZO DA ADIBIRE AD ESCLUSIVO USO DOMESTICO.
IN ATTESA DI UNA EVENTUALE CORTESE RISPOSTA, PORGO DISTINTI SALUTI, E COMPLIMENTI PER IL SITO.
ING.CARMELO PACE Grazie mille per i complimenti! Fanno sempre piacere.Grazie anche per i quesiti posti che ci stimolano a continuare. Per rispondere adeguatamente ci siamo avvalsi della normativa di settore e della ns. esperienza con il Servizio Provinciale Difesa del Suolo (ex Genio Civile) di Parma. Per quanto riguarda il primo quesito relativo all’applicazione del canone agricolo all’estensione dell’azienda, al volume assentito o al volume utilizzato, la informiamo che in Regione Emilia Romagna viene applicato quanto previsto dall’art.152 della L.R. n.° 3 del 26/04/1999 di riforma del sistema regionale e locale in attuazione dell’art.86 del D.Lgs n.° 112 del 31/03/1998, di delega alle regioni delle funzioni relative alla gestione delle risorse idriche, nel quale si stabilisce che il canone agricolo si applica al volume di acqua prelevato ed in cui viene fissato un importo minimo per gli usi agricoli pari a £. 12.000 (per il 1999/2000).
Relativamente al quesito relativo alla documentazione catastale da presentare all’ufficio dell’ex Genio Civile, da allegare alle istanze di autorizzazione per ricerca di acque sotterranee, per quanto riguarda la ns. realtà provinciale basta presentare le sole fotocopie dei certificati catastali e degli estratti di mappa.
Infine per la realizzazione di un pozzo ad uso domestico, il soggetto interessato deve effetture una semplice dichiarazione al Servizio Provinciale Difesa del Suolo, mediante la compilazione di un modulo reperibile presso il servizio stesso, in cui riportare le note tecniche dell’opera, senza alcuna autorizzazione e/o concessione pereventiva.
Per maggiori chiarimenti sulle questioni da Lei poste la invitiamo a prendere contatti direttamente con il Servizio Difesa del Suolo (ex Genio Civile) della sua provincia o regione.
QALE È IL LIMITE DEI NITRATI SULL'ACQUA POTABILE? Secondo il decreto legislativo dell’11 maggio 1999, n° 152, il valore massimo ammissibile per i nitrati è 50 mg/l. Tale valore è passibile di deroghe in conformità all’articolo 8 lettera b del decreto suddetto
PRINCIPALI VALORI PER LA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL’ACQUA POTABILE : i criteri per la valutazione della qualità dell’acqua potabile sono essenzialmente di tipo organolettico, fisico, chimico, microbiologico. I criteri organolettici si riferiscono alla gradevolezza delle acque, che devono essere sprovviste di torpidità, colorazione, odori e sapori sgradevoli. I criteri fisici più importanti si riferiscono alla temperatura, conducibilità, residuo fisso, pH: la temperatura non deve superare i 25 °C, la conduttività ha un valore guida di 1000 micronS/cm a 20°C, il residuo fisso ha una concentrazione massima ammissibile di 1500 mg/l a 180 °C, il pH ha un valore guida compreso tra 5,5 – 9. Le indagini chimiche prevedono la ricerca di numerosi composti tra cui, principalmente, nitrati (il loro valore non dovrebbe superare i 50 mg/l), i fluoruri (range compreso tra 0,7-1,7 mg/l), il ferro (valore non superabile 2 mg/l), il manganese (valore non superabile 1 mg/l), l’arsenico (valore non superabile 0,1 mg/l), il cadmio (valore massimo ammissibile 0,005 mg/l), il mercurio (valore massimo ammissibile 0,001 mg/l), i solfati (valore massimo ammissibile 250 mg/l), i cloruri (valore guida 200 mg/l). La concentrazione di calcio non dovrebbe superare i 100 mg/l, il magnesio i 30 mg/l, il sodo 175 mg/l. Per avere un’acqua microbiologicamente accettabile non dovrebbero essere presenti in 100 ml di campione raccolto, né coliformi totali, né coliformi fecali, né streptococchi fecali, né clostridi solfitoriduttori. Purchè i campioni siano frequenti e almeno il 95% dei campioni da 100 ml risulti negativo, si può tollerare la positività nel restante 5%.
COSA SONO LE ACQUE REFLUE,E QUALI SONO I LORO PRINCIPALI INQUINANTI? le acque reflue o acque usate sono i rifiuti liquidi che provengono da : a)Abitazioni: sono costituiti da feci, urine, acque di lavaggio domestico. Vanno sotto il nome di “acque nere”. b)Precipitazioni meteoriche, lavaggio di superfici stradali, fontane ecc. Queste vanno sotto il nome di “acque bianche”. c)Industrie: sono chiaramente di diversa tipologia. I principali inquinanti delle acque nere e bianche sono di tipo chimico e microbico. I rifiuti liquidi industriali invece possono contenere anche sostanze tossiche ed altri contaminanti in grado di alterare le normali caratteristiche ambientali. In definitiva nelle acque reflue si trova una vastissima gamma di sostanze chimiche e di organismi microbici di cui si può riportare qualche esempio: -sostanze chimiche: sostanze azotate, fosfati, tensioattivi, fenoli, idrocarburi, metalli pesanti, acidi, pesticidi ecc. -organismi microbici: salmonelle, coliformi, enterovirus, streptococchi, ecc
E' POSSIBILE CONOSCERE LE LEGGI DEL '99 E DEL 2000 CON RELATIVI COMMENTI? Tutta la legislazione riguardante l'acqua è pubblicata nella sezione della normativa all'interno del sito.
COSA SI INTENDE PER RESIDUO FISSO?
Il residuo fisso è la concentrazione di minerali presenti nell’acqua alla temperatura di 180°. Nell’acqua sono presenti infatti sostanze minerali la cui concentrazione varia a seconda della temperatura. Insieme a pH, temperatura e conducibilità è il parametro fisico più usato per la determinazione della qualità delle acque potabili. Il residuo fisso e la conducibilità elettrica, in particolare, sono buoni indicatori della gradevolezza dell’acqua e servono a valutarne il grado di mineralizzazione; acque troppo mineralizzate, oltre ad avere un gusto più o meno salato, lasciano eccessive quantità di depositi per evaporazione
VOOREI SAPERE COME FUNZINA IL SISTEMA RESPIRATORIO DEI CROSTACEI Alcuni crostacei di piccole dimensioni (es.,copepodi) sono privi di branchie distinte e lo scambio di ossigeno/anidride carbonica avviene attraverso la sottile cuticola che li riveste. L’efficienza di questo sistema è dovuta all’elevato rapporto superficie/volume. La maggior parte dei crostacei, tuttavia, possiede delle branchie, strutture dalla superficie sottile, umida e permeabile specializzate per gli scambi gassosi. In pratica sono organi altamente pieghettati o digitati e ben irrorati di sangue che facilitano la diffusione delle sostanze gassose tra questo e l’ambiente esterno.Il principio di funzionamento consiste dunque nel portare il liquido circolante in prossimità della fonte d’ossigeno in un organo avente una superficie relativamente ampia.In genere, derivano da porzioni di appendici toraciche modificate
VORREI CONOSCERE IL VS. INDIRIZZO E IL NUMERO TELEFONICO PER CONTATTARVI DI PERSONA. GRAZIE GRAZIANO DE PALMIS La sede degli Uffici del Parco è la Corte di Giarola - Strada Giarola 11 - 43044 COLLECCHIO (PR) il Telefono è 0521802688
LINEA DI TALWEG
Con "linea di Thalweg" si definisce quella linea che unisce i punti più bassi di un corso d'acqua in cui convergono tutte le acque che precipitano nel bacino idrografico.
COME POSSO DEFINIRE L'INQUINAMENTO
con il termine inquinamento si intende, in generale, ogni azione dell’uomo che comporti modificazioni profonde dell’ambiente naturale tali da compromettere la qualità e l’utilizzo delle risorse naturali e mettere in pericolo la salute degli esseri viventi.
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