Rettili e Anfibi Rana appenninica
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Geonemia: Entitá appennininca, diffusa dalla Liguria centrale alla Calabria. |
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Caratteri distintivi: Corpo relativamente slanciato, muso ottusamente appuntito; distanza tra le narici maggiore di quella tra le orbite; gli arti posteriori, distesi in avanti lungo il tronco, raggiungono, o superano, con l'articolazione tibio-tarsica la punta del muso. Macchia temporale scura non sempre ben evidente, delimitata inferiormente da una stria chiara che dall'angolo della bocca giunge fin sotto l'occhio. Colorazione dorsale molto variabile, dal bruno al giallastro, al grigio, al rossastro, spesso con macchie scure e chiare; parti ventrali bianco giallastre o rosate, gola scura con una banda mediana piú chiara. I maschi hanno arti anteriori piú robusti e provvisti di callositá sul lato interno del primo dito. Lunghezza massima 6 cm. La larva é simile a quella di Rana temporaria, di colore grigio con fitta punteggiatura nera. |
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Habitat: Torrenti e ruscelli, specialmente in valli profonde e boscose; frequenta anche grotte e miniere.
Biologia: Tra le rane "rosse" é la meno terricola, e non si allontana in genere di molto dai corsi d'acqua: spesso anzi vi cerca rifugio, intrattenendosi a lungo sul fondo di pozze e tratti a debole corrente . Note tassonomiche: Specie monotipica, di recente riconosciuta come entitá distinta da Rana graeca Boulenger, 1891 propria dell'area balcanica (Picariello et al., 1990). Distribuzione regionale: Diffusa esculsivamente sull'Appennino, a partire dalla fascia collinare (Rio della Fornace, m 130, BO) fino alla fascia montana (M. Nero, m 1667, PC). | |||
Tratto da "Gli Anfibi e i Rettili dell'Emilia-Romagna" di S. Mazzotti, G. Stagni, I.B.C. Regione Emilia-Romagna - Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, 1993 |
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