Motivazioni, azioni e risultati attesi

Franca Zanichelli*

 

Cause di vulnerabilità e impatti sul sito

Il progetto LIFE è stato realizzato per attivare azioni che potessero promuovere la riqualificazione dell’ambiente fluviale e contrastare il processo di  declino di alcuni habitat umidi ormai assai rari nel territorio padano.

In particolare, sono evidenti gli effetti di alterazioni dirette pregresse e le modificazioni conseguenti alle attività antropiche collaterali che hanno inciso sulla struttura dell’ecosistema fluviale provocando condizioni di vulnerabilità che possono essere così sintetizzate:

-        canalizzazione dei rami attivi del fiume e perdita del profilo idrografico naturale;

-        diminuzione della presenza di acque lentiche in rami secondari e conseguente riduzione degli habitat legati all’apporto idrico della falda superficiale;

-        presenza di ostacoli per la risalita della fauna ittica in periodo riproduttivo;

-        pregressa sdemanializzazione delle fasce fluviali con progressiva riconversione ad aree agricole e industriali;

-        elevato numero di concessioni per captazioni per uso irriguo ed industriale e due grandi derivazioni idrauliche autorizzate con impatti consistenti sulle portate estive e difficoltosa applicazione dei principi del mantenimento del livello di deflusso minimo vitale (cfr. Dir. CEE 78/659 fauna ittica <Versione consolidata>);

-        affrancamento di ampie aree di greto dal flusso attivo della corrente con conseguente colonizzazione vegetazionale di specie prevalentemente alloctone derivanti dalla germinazione di varietà sinantropiche;

-        inadeguati ripristini di ambiti di sfruttati dall’attività estrattiva con perdita del valore funzionale di aree esondabili;

 

Azioni già realizzate  attraverso la gestione dell’area protetta.

Dal ’91, anno di costituzione dell’Ente di gestione del Parco del Taro, sono state effettuate iniziative e numerosi interventi per perseguire le finalità della riqualificazione ambientale del tratto fluviale incluso nell’area protetta promuovendo così anche una efficace azione di gestione della costituenda Z.P.S..

Nel territorio del Parco sono stati realizzati numerosi interventi di restauro ambientale per  il recupero di aree marginali degradate; si è provveduto alla bonifica di discariche abusive, alla piantumazione di specie vegetali autoctone per favorire il ripristino delle formazioni forestali perifluviali eliminate dall’uso antropico delle fasce golenali.

Per mettere a punto gli interventi e definire le priorità e le modalità di azione, sono state condotte indagini sullo stato di conservazione dell’ambiente e sulle cause di vulnerabilità, individuando le sorgenti di impatto.  In particolare, sono state compiute le seguenti ricognizioni:

-        censimento delle derivazioni idriche e delle captazioni per uso umano;

-        studio idrogeologico per l’istituzione di una rete di controllo dell’acquifero;

-        studio sulle variazioni morfologiche del fiume ed individuazione di aree inondabili e dei punti a rischio di erosione;

-        indagine per il recupero della qualità delle acque e per la definizione dei deflussi minimi vitali;

-        ricerca sullo stato fitosanitario dei soprassuoli forestali.

-        studio della popolazione nidificante di topino Riparia riparia;

-        monitoraggio delle colonie di Sterna hirundo e siti riproduttivi di Burhinus oedicnemus;

-        monitoraggio pluriennale dell’avifauna nidificante, svernante e di passo;

-        analisi della distribuzione, situazione e problemi di conservazione di rettili e anfibi;

-        studio sulla fauna ittica del Parco e sui popolamenti di macroinvertebrati per l’individuazione della qualità delle acque.

-        studio sui chirotteri, sulla lepidotterofauna.

-        studio degli habitat e checklist floristica

Queste analisi hanno portato all’elaborazione di un PIANO DI INTERVENTO NATURALISTICO PER IL RECUPERO DELLE AREE DEGRADATE di cui il progetto ha rappresentato un primo completo stralcio funzionale.

 

Obiettivi generali del progetto LIFE

·      Promuovere la riqualificazione funzionale di alcune aree del Parco attraverso azioni di ripristino della naturale struttura dell’ecosistema fluviale al fine di conservare habitat prioritari di importanza comunitaria (quali: *22.34 Stagni temporanei mediterranei, *44.3 Foreste alluvionali residue di Alnion glutinoso-incanae) e altri habitat che figurano nell’allegato I della Dir. CEE 92/43, minacciati da processi di degrado innescati prima dell’istituzione del Parco.

·      Procedere alla riapertura di rami secondari che, isolando porzioni di greto, rendono più efficace la salvaguardia degli habitat del greto vitali all’avifauna (comprendente specie dell’All.I della Dir. CEE 79/409 quali: Sterna hirundo, Sterna albifrons, Burhinus oedicnemus, Calandrella brachydactyla).

·      Migliorare localmente l’assetto idrodinamico con la riapertura di rami ad acqua debolmente corrente per invertire il processo di erosione che comporta la perdita di habitat golenali di All. I della Dir. CEE 92/43 (quali: 24.223 Fiumi alpini e loro vegetazione riparia legnosa di Myricaria germanica; 24.224 Fiumi alpini e loro vegetazione riparia legnosa di Salix eleagnos; 44.17 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba).

·      Promuovere il ripristino di aree idonee alla sosta e svernamento di *Botaurus stellaris e tratti fluviali con caratteristiche utili per la riproduzione della batracofauna e della fauna ittica (che annovera specie dell’All. II della Dir. CEE  92/43 quali Barbus plebejus, Barbus meridionalis, Chondrostoma genei, Cobitis taenia, Leuciscus souffia e Alosa fallax ).

·        Acquisire un terreno che ospita un residuo lembo di bosco ripariale riferibile all’habitat *44.3 Foreste alluvionali residue di Alnion glutinoso-incanae ove è situata la garzaia del Parco in cui nidificano Egretta garzetta, Nycticorax nycticorax, Ardeola ralloides (comprese nell’All. I della Dir. CEE 79/409).

·      Costruzione di una scala di risalita per consentire il raggiungimento delle aree di frega alla fauna ittica da attuarsi in corrispondenza di uno sbarramento artificiale situato a valle, in prossimità del limite del Parco; tale intervento rafforzato dalla creazione di ricoveri sottosponda alternati da raschi e correntini consentirà di ottenere ambienti di rifugio per i pesci nei periodi di magra estivi e nei momenti critici delle piene stagionali

 

Risultati attesi

Il processo di riqualificazione dell’ambiente fluviale attuato mediante azioni di restauro naturalistico, doveva comportare l’attivazione di interventi di tipo idraulico e la realizzazione di opere per la mitigazione di pregressi impatti negativi e doveva sviluppare azioni di monitoraggio per evidenziare la ricaduta sugli habitat e sulle specie di interesse conservazionistico.

In particolare, le azioni poste in essere dovevano conseguire questi obiettivi:

1)      Ripristinare brevi tratti di canali in margine all’alveo per isolare porzioni di greto, in modo tale che ambienti oggi connessi alla terraferma risultino delimitati da acqua, con la finalità di ricreare isole e rami secondari con lanche;

2)      Eliminare in alcune aree del greto fluviale la vegetazione arborea, di origine sinantropica, che ostacola il processo di rimodellamento naturale legato al regime torrentizio, e riduce le potenzialità riproduttive di Laridae e Charadriiformes;

3)      Ripristinare la circolazione idrica per migliorare le condizioni delle zone umide perifluviali al fine di incrementare la consistenza e promuovere la naturale diffusione dei locali nuclei di Myricaria germanica, componente floristica dell’habitat 24.223, che nel sito presenta elevato valore biogeografico in quanto trattasi di stazione al margine meridionale dell’areale di diffusione; e attivando la sperimentazione vivaistica per la germinazione da seme e la propagazione da talee.

4)      Migliorare lo stato fitosanitario del bosco ripariale ed incremento della consistenza numerica della garzaia.

5)      Incrementare il popolamento ittico con effetti positivi anche per le popolazioni di uccelli ittiofagi.

6)      Ripristinare aree marginali che tuttora ospitano lembi di canneto al fine di incrementare i siti idonei alla sosta e allo svernamento di *Botaurus stellaris;

7)      Attuare un monitoraggio dello stato e della consistenza della fauna e delle condizioni ecologiche preliminari all’intervento e attivare un controllo successivo per stabilire l’efficacia delle azioni intraprese per individuare correttamente le modalità gestionali per la prosecuzione degli interventi;

8)      Migliorare la sensibilizzazione del pubblico che frequenta l’area del Parco attraverso iniziative di educazione ambientale finalizzate al rispetto del territorio e alla protezione dell’avifauna nidificante.

 

Settori di azione del progetto

Di seguito sono indicate i settori di azione che hanno costituito la parte concreta del progetto. Il dettaglio operativo verrà ampiamente trattato nelle diverse sezioni specifiche.

-         Interventi idraulici per la riqualificazione morfologica del fiume finalizzati alla creazione di nicchie per habitat e specie

-         Acquisto del bosco dove ha sede la colonia di aironi e gestione del complesso forestale

-         Tutela degli habitat di interesse conservazionistico e vivaistica

-         Monitoraggio delle specie di fauna oggetto di intervento

-         Educazione ambientale e sensibilizzazione del pubblico

-         Comunicazione per la diffusione dei risultati e delle esperienze.