
PER SAPERNE DI PIU'
La necessità di rendere il sito facilmente
navigabile ed accattivante per i più giovani ci ha portati
a creare un angolo dedicato agli approfondimenti di tematiche
strettamente connesse alla vita del fiume In questa sezione
anche i più esperti potranno trovare notizie e osservazioni
interessanti, talvolta complesse, che permettono di approfondire
le proprie conoscenze.
Poiché siamo in tema di approfondimenti
segnaliamo alcune notizie interessanti sul Parco del Taro:
IL FIUME TARO ALL'INTERNO DEL PARCO
Il
tratto di fiume Taro compreso nell'area di tutela del
Parco è lungo una ventina di chilometri e va dal ponte
stradale di Fornovo a quello sulla Via Emilia nei pressi
di Ponte Taro. Il territorio drenato dal corso d'acqua
è fortemente antropizzato e denso di attività agro-zootecniche
e produttive la cui presenza ha fortemente alterato il
paesaggio naturale del fiume. Il territorio del Parco
comprende la conoide del Taro, caratterizzata da un greto
ciottoloso con rami fluviali anastomizzati.
L'abbondante deposito di materiale litoide
in questa zona ha fatto sì che il Taro sia diventato uno
dei corsi d'acqua maggiormente soggetti ad attività estrattive
della nostra regione, fatto questo che ha comportato profonde
modificazioni della struttura naturale del suo alveo.
La presenza di una spessa conoide, al
cui interno a vari livelli di profondità si trovano ricche
falde acquifere, ha inoltre avuto come conseguenza il
fatto che il territorio del Parco sia soggetto a forti
emungimenti di acqua dal sottosuolo ad uso sia civile
che produttivo. Lo sfruttamento delle falde acquifere,
soprattutto di quelle più superficiali, determina un impoverimento
delle portate del Taro, che viene alimentato in modo ridotto
dal subalveo.
Nel tratto di nostro interesse il Taro
è soggetto ormai da tempi storici a numerose canalizzazioni
e derivazioni, a scopo principalmente irriguo, che hanno
determinato importanti modificazioni dell'ambito fluviale.
Queste canalizzazioni, di cui le più
importanti sono quella del Canale del Duca in sponda sinistra
e del canale Naviglio-Taro in sponda destra, se da un
lato hanno creato ambienti suggestivi e interessanti dal
punto di vista naturale-paesaggistico, sottraggono al
fiume significativi volumi di acqua per lunghi periodi
dell'anno. In conseguenza di ciò il corso d'acqua vede
drasticamente ridotta la sua portata naturale per un lungo
tratto e attraversa periodi di magra particolarmente spinta,
tanto che nel periodo estivo a volte nell'alveo rimangono
solo alcune pozze di acqua stagnante.
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