Riferimenti normativi per l'uso irriguo e zootecnico delle acquePTP : Piano Territoriale del ParcoIndice
 




PTP : Piano Territoriale del Parco

Le normative | Piano Territoriale del Parco

Sotto trovate l'indice ed un estratto (articolo 9) del PIANO TERRITORIALE DEL PARCO - Norme di attuazione. Qualora lo desideriate potete scaricarne la versione completa in formato PDF cliccando qui


INDICE


TITOLO I NORME GENERALI

CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI

  • art.1) Finalità del Parco e obiettivi del P.T.P.
  • art.2) Contenuti ed elaborati del P.T.P.
  • art.3) Parere di conformità
    • art.3bis) Nulla Osta
    • art.3ter) Valutazione di incidenza di piani e progetti sui siti di importanza comunitaria
  • art.4) Efficacia del P.T.P. CAPO II STRUMENTI E PROCEDURE DI ATTUAZIONE E GESTIONE DEL P.T.P.
  • art.5) Progetto di intervento particolareggiato
  • art.6) Programma di sviluppo del Parco
  • art.7) Regolamento del Parco
  • art.8) Soppresso

TITOLO II NORME TERRITORIALI

CAPO I DISPOSIZIONI COMUNI

  • art.9) Tutela delle acque e delle fasce fluviali
  • art.10) Tutela della flora e della vegetazione
    • art.10bis) Tutela delle aree forestali
  • art.11) Tutela della fauna
    • art.11bis) Conservazione degli habitat naturali
  • art.12) Tutela del Paesaggio
  • art.13) Tutela delle emergenze storico-culturali
  • art.14) Attività Agricole
  • art.15) Attività estrattive
  • art.16) Agriturismo e ricettività
  • art.17) Educazione ambientale
  • art.18) Ricerca scientifica

CAPO II ARTICOLAZIONI DEL TERRITORIO IN ZONE

  • art.19) Zona B: tutela ambientale generale
  • art.20) Zona C: tutela agricolo-ambientale
  • art.21) Zona di Pre-Parco
  • art.22) Zona di Pre-Parco speciale - P1.1 - con destinazione finale naturalistica (Zona B)
  • art.23) Zona di Pre-Parco speciale - P1.2 - con destinazione finale agricola (Zona C)
  • art.24) Zone di Pre-Parco speciale (frantoi) P2
  • art.25) Aree di riqualificazione ambientale da attuarsi tramite Progetto di Intervento Particolareggiato e Piano Particolareggiato
  • art.26) Aree di riqualificazione ambientale da attuarsi tramite PdIP
  • art.27) Aree di riqualificazione ambientale da attuarsi tramite PP

CAPO III SISTEMA DELLE ACCESSIBILITA' E DELLA FRUIZIONE DEL PARCO

  • art.28) Sistema delle infrastrutture per l'accesso al Parco
  • art.29) Strutture e aree da destinare ad uso pubblico
  • art.30) Direttive e indirizzi relativi alla accessibilità e alla fruizione del Parco

TITOLO III NORME FINALI E TRANSITORIE

  • art.31) Indennizzi
  • art.32) Immobili da acquisire in proprietà pubblica
  • art.33) Sanzioni


Art. 9 - Tutela delle acque e delle fasce fluviali

1. Definizione e obiettivi
Le acque superficiali e sotterranee e le zone umide nel Parco e nel Pre-Parco, costituiscono l'elemento centrale del Parco del Taro, e pertanto sono soggette a tutela, attraverso azioni congiunte di prevenzione e di monitoraggio che riguardano: la diretta protezione e controllo della qualità e della quantità delle acque, la conservazione della flora e degli ambienti, la valorizzazione e la riqualificazione dei sistemi ecologici modificati dalle attività antropiche, in particolare di quelle di escavazione. Le acque sono presenti come acque superficiali (acque correnti e acque ferme) e come corpi idrici sotterranei. I corsi d'acqua che attraversano il territorio del Parco, ai sensi degli artt.6 e 10 del D. Lgs. 11.05.1999, n. 152, sono da considerarsi privilegiati ai fini della loro classificazione come acque a specifica destinazione funzionale che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci.

2. Criteri per l'ammissibilità degli attingimenti, delle derivazioni e delle captazioni
L'EdG per garantire, ai fini dell'art.3 della L. 5.1.1994 n. 36 e dell'art.22, commi 1 e 2 del D. Lgs. 11.05.1999, n. 152, il livello di deflusso necessario all'equilibrio degli ecosistemi connessi con le acque di cui al comma precedente, individua i criteri per l'ammissibilità degli attingimenti, delle derivazioni e delle captazioni, esistenti e proposte, pronunciandosi altresì in merito a detta ammissibilità, anche ai fini dell'esercizio delle funzioni di cui all'art.25, comma 2, della legge n. 36/94. Quando la portata del T. Taro, nel tratto ricadente nel Parco, risulta tale da pregiudicare la conservazione della vita acquatica, l'EdG ne fa segnalazione all'Autorità di Bacino del Po e/o ad altri enti competenti in materia di prelievi idrici, invitando ad assumere opportuni provvedimenti.

3. Demanio pubblico
Appartengono al demanio pubblico - secondo i diritti di prelazione definiti dall'art.8 della L. 5.1.1997 n. 37 - senza che il confinante della riva opposta possa reclamare il terreno perduto: i terreni abbandonati dalle acque correnti, comprese le isole fluviali e gli alvei abbandonati, e comunque i terreni abbandonati sia a seguito di eventi naturali che per fatti artificiali indotto dall'attività antropica, ivi compresi anche i terreni abbandonati per fenomeni di innalzamento. L'Ente di gestione richiede in uso gratuito alla Regione, ai sensi dell'art.141, comma 2, della L.R. n. 3/99, le aree di demanio idrico all'interno del Parco e del Pre-Parco per attuarvi una gestione finalizzata alla tutela naturalistica basata sulla tutela e miglioramento della qualità delle acque e sulla conservazione degli ecosistemi ad esse connessi.

4. Monitoraggio sul sistema delle acque
Il sistema delle acque, di cui al presente articolo, va posto sotto stretta osservazione, attraverso programmi specifici di monitoraggio da attivarsi da parte dell'Ente di gestione. La realizzazione del sistema di monitoraggio, di cui al presente comma, rappresenta un fondamentale intervento per l'attuazione del P.T.P., e come tale verrà prevista e definita in modo puntuale nel Programma di Sviluppo, per il quale saranno tenuti in conto particolare gli indirizzi definiti dal seguente comma.

5. Indirizzi per l'attivazione del sistema di monitoraggio
Il sistema di monitoraggio dovrà tenere in conto le reti già esistenti a livello provinciale e regionale ed armonizzarsi con esse a livello di maggiore dettaglio. Le azioni di monitoraggio dovranno essere condotte con metodologie a basso impatto ambientale, favorendo l'utilizzazione di bio-indicatori. In particolare si dovrà:

  • monitorare l'evoluzione della morfologia fluviale al fine di recuperare, per quanto possibile, il sistema delle divagazioni laterali del corso d'acqua;
  • monitorare il deflusso idrico al fine di individuare un sistema di parametri quali-quantitativi, specifici del fiume Taro, atti a garantire le condizioni necessarie alla vita acquatica e all'ottimizzazione dei processi autodepurativi.

6. Effetti delle azioni di monitoraggio
I risultati delle azioni di monitoraggio, potranno indicare all'EdG l'opportunità di prevedere provvedimenti disciplinari da introdurre nel Regolamento del Parco nonchè misure straordinarie di sicurezza nel caso ciò sia ritenuto indispensabile per il conseguimento dei fini conservazionistici del Parco. Tali misure, di durata temporaneamente limitata, saranno assunte, sentito il parere del CTS, dalle autorità competenti. In particolare l'Ente di gestione, anche sulla base degli elementi contenuti negli elaborati di analisi allegati al P.T.P., degli studi realizzati e dei risultati dell'attività di monitoraggio, opererà per individuare standard qualitativi per le acque superficiali, specifici e adeguati alle caratteristiche del territorio del Parco, proponendone l'adozione agli Enti competenti. Potranno inoltre essere previste misure riguardanti la conservazione degli ambienti che vengono a determinarsi per effetto delle dinamiche fluviali (divagazioni, diramazioni, ecc.).

7. Indirizzi per l'attuazione di interventi diretti e approfondimenti
L'Ente di gestione dovrà provvedere, anche in concorso con altri soggetti, ad attivare interventi diretti e approfondimenti di studio; in particolare si dovrà:

  • prevedere la realizzazione di scale di risalita per la fauna ittica;
  • verificare la possibilità tecnica di realizzare aree di espansione delle acque attraverso un sistema di canali e di specchi d'acqua al fine di rinaturalizzare aree degradate;
  • approfondire lo studio per la realizzazione di interventi di depurazione delle acque con sistemi naturali, creando aree di fitodepurazione nei corpi idrici minori connessi agli scarichi delle principali aziende zootecniche;
  • approfondire lo studio relativo alla valorizzazione e al recupero del sistema storico dei canali e dei relativi manufatti, anche in relazione alla fruizione attraverso percorsi guidati.
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