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La qualità biologica del Taro all'interno del parco

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La qualità biologica del Taro all'interno del parco

Nel giugno 1995 sono stati effettuati campionamenti del macrobenthos per valutare la qualità biologica del fiume Taro all'interno del Parco.

Lo studio svolto nel 1995 costituisce un importante tassello per conoscere le diverse problematiche legate alla qualità delle acque nel territorio del Parco del Taro. I campionamenti sono stati effettuati in regime idrologico di magra su 4 stazioni così localizzate:

  • stazione T1 all'ingresso del parco, poco a valle del ponte ferroviario di Fornovo;
  • stazione T2 nei pressi della corte di Giarola;
  • stazione T3 poco a monte di Noceto;
  • stazione T4 al termine del parco, poco a monte del ponte stradale della via Emilia a Ponte Taro.

Attività didattica nel Parco del Taro - Raccolta di macroinvertebrati bentonici durante un'uscita nel fiumeNella stazione di Fornovo (T1) il corso d'acqua ha caratteristiche iporitrali, con un ampio letto ciottoloso in cui l'acqua occupa solo una limitata porzione della sezione fluviale. Esso appariva discretamente nutrito, con uno spesso feltro perifitico sui sassi e alghe filamentose. La qualità biologica dell'ambiente fluviale in corrispondenza di questa sezione è risultata discreta, con un valore di Indice Biotico pari a 8-9 (II C.Q.), corrispondente ad un ambiente in cui sono evidenti alcuni effetti dell'inquinamento. Nella comunità macrobentonica mancano i taxa più pregiati dei Plecotteri, organismi particolarmente sensibili all'inquinamento, qui rappresentati dal solo genere Leuctra.

Le Unità Sistematiche rinvenute sono 15, contro le 21-22 che mediamente si riscontrano in analoghe tipologie ambientali in assenza di turbative. Nel comune di Fornovo sono presenti numerosi insediamenti produttivi, ma, in assenza di dati di confronto sulla qualità del tratto a monte e di notizie certe sul destino dei diversi scarichi, risulta difficile fare ipotesi sulle origini del modesto impatto riscontrato. La stazione T2 è localizzata circa 8 Km a valle di T1, nel tratto mediano del parco, uno dei più pregevoli dal punto di vista naturale-paesaggistico.

L'ambiente si presenta con caratteristiche ambientali molto simili a quelle della stazione precedente, con ampio materasso ciottoloso ricoperto da un discreto feltro perifitico e una discreta turbolenza delle acque che. In questa sezione fluviale tuttavia la struttura dell'alveo bagnato risulta ancor più semplificata e monotona rispetto a quanto rilevato in T1.

Nonostante a valle di Fornovo riceva alcune acque di scarico il Taro in questo tratto, in occasione dei campionamenti effettuati nel 1995, riesce ad esplicare una certa autodepurazione. La qualità biologica appare infatti leggermente migliorata rispetto alla stazione precedente, pur rimanendo evidenti alcuni effetti dell'inquinamento (I.B.E. = 9; II C.Q.). La struttura della comunità macrobentonica è sostanzialmente simile a quella riscontrata in T1 ed è sostenuta principalmente da Efemerotteri, Tricotteri e Ditteri, mentre mancano i rappresentanti più pregiati dei Plecotteri. In corrispondenza della stazione T2 in destra idrografica viene restituita al Taro una parte della portata prelevata, nel tratto a monte, tramite il Naviglio-Taro. Anche in corrispondenza di T3, subito a monte di Noceto, le acque del Taro nel periodo estivo occupano solo una piccola parte dell'ampio alveo ciottoloso.

L'ambiente fluviale è piuttosto nutrito, con la presenza di uno spesso feltro perifitico, qualche ciuffo di alghe filamentose. In corrispondenza di questa sezione fluviale l'alveo appare maggiormente disturbato dalla presenza di cave di ghiaia e frantoi rispetto al tratto a monte. L'analisi del macrobenthos in corrispondenza di T3 evidenzia l'impatto delle diverse fonti inquinanti che insistono sul Taro in questo tratto. Il fiume, in occasione del monitoraggio effettuato, appariva qui come un ambiente inquinato, con un valore di Indice Biotico= 7 (III C.Q.).

La comunità macrobentonica appare ulteriormente semplificata e banalizzata rispetto a quella di riferimento per analoghe tipologie fluviali; essa è infatti composta da sole 9 Unità Sistematiche (contro le 21-22 attese), tutte piuttosto tolleranti all'inquinamento di tipo organico. Le cause di questo degrado potrebbereo essere imputate alla qualità delle acque di alcuni affluenti quali il torrente Scodogna e il torrente Manubiola, che in campionamenti effttuati in anni precedenti risultavano molto inquinate. Va inoltre detto che la zona tra Medesano e Noceto, relativamente al tratto di Taro all'interno del parco, è la più densa di allevamenti zootecnici, che costituiscono una fonte di inquinamento potenziale.

La stazione T4 è localizzata al termine del tratto di fiume ricadente nella zona destinata a Parco fluviale. L'ambiente si presenta con caratteristiche ambientali ancora tipicamente iporitrali con un ampio alveo ciottoloso-ghiaioso per molti versi simile a quello rilevato nelle precedenti stazioni; la morfologia dell'alveo appare particolarmente semplificata e monotona, risultato dei molti anni di attività estrattiva che hanno pesantemente intaccato la naturalità del fiume. I ciottoli del fondo appaiono ricoperti da uno spesso perifiton e da alghe filamentose (Cladophora sp.); si osservano anche depositi di fango. In questo tratto, sebbene siano ancora presenti segni di inquinamento, il nel 1995 recuperava una classe di qualità rispetto alla stazione precedente, passando ad una II C.Q. con un valore di Indice Biotico pari a 8.


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