
Deflusso minimo vitale
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Le risorse idriche superficiali
sono abbondantemente utilizzate per soddisfare esigenze
sociali e produttive dell'uomo:
- per alimentare gli acquedotti,
- per produrre energia elettrica,
- per irrigare i campi, eccetera.
Molto spesso succede che a valle degli invasi che vengono
costruiti per poter derivare acqua per i diversi usi,
fiumi e torrenti restino in asciutta, o con portate molto
scarse, per lunghi periodi di tempo e per lunghi tratti.
Ovviamente queste pesanti alterazioni delle portate naturali
contrastano fortemente con il mantenimento della vita
acquatica .
Si
rende pertanto necessario arrivare ad una gestione delle
risorse idriche che renda compatibili i diversi usi con
la salvaguardia degli ecosistemi acquatici. Per tale motivo,
già a partire dagli anni '70, sono iniziati studi mirati
al mantenimento di deflussi minimi vitali per la sopravvivenza
degli ecosistemi fluviali in cui le esigenze delle attività
umane interferiscono con la portata naturale.
Il concetto di "deflusso minimo vitale"
dei corsi d'acqua è inoltre stato introdotto anche nel
. Il grande numero di
che influenzano le biocenosi acquatiche ha reso impossibile,
fino ad ora, la predisposizione di un metodo applicabile
in modo generalizzato, mentre esistono diversi metodi
che si differenziano sulla bsae delle variabili ambientali
considerate e dei criteri di elaborazione utilizzati.
Nasce spontanea l'osservazione che il concetto stesso
di deflussi minimi vitali sia poco garantista per
gli ecosistemi acquatici. In effetti i metodi che si sono
finora sviluppati sono mirati alla salvaguardia di una
particolare componente biologica delle biocenosi acquatiche,
soprattutto pesci e macroinvertebrati bentonici , mentre
gli ecosistemi acquatici sono costituiti da un intreccio
molto ramificato e complesso di relazioni tra le diverse
componenti abiotiche e biotiche, di cui fa perte, ad esempio,
anche la vegetazione riparia , che può risentire negativamente
di una riduzione di portata anche quando questa sia compatibile,
ad esempio, con la sopravvivenza delle componenti animali
della biocenosi.

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