ACQUA E … SAPONE
Acquapercorso
| La salute dell'acqua | C'è chi ci sguazza
Il fiume è un ecosistema il cui equilibrio,
è regolato dalle relazioni tra tutte le forme viventi
e non viventi che lo compongono. Le alterazioni di quest'equilibrio,
se non compensate dalla capacità omeostatica degli organismi,
possono provocare danni, a volte irreparabili, alle comunità
acquatiche.
Gli
eccessivi scarichi di tipo organico causano il fenomeno
della
e la conseguente scomparsa dal corso d'acqua delle specie
d'invertebrati più sensibili (plecotteri, efemerotteri,
tricotteri) e la proliferazione di poche specie d'invertebrati,
quali per esempio le larve di chironomidi (ditteri) che
possono sopravvivere in acque povere d'ossigeno grazie
alla presenza nel loro sangue dell'emoglobina.
L'inquinamento organico produce anche
un aumento delle patologie nei pesci, nelle larve di anfibi,
che completano il primo stadio della loro vita in acqua,
e in tutti gli altri animali che sfruttano il fiume come
risorsa alimentare (erbivori, carnivori e onnivori) in
particolare uccelli (anitre, aironi, garzette, nitticore,
sterne, martin pescatore, gabbiani, limicoli, ecc.) vulnerabili
al colera aviario e al .
Le sostanze tossiche possono compromettere
la vita acquatica per lunghi periodi di tempo; per i pesci
i fenoli risultano sempre tossici ma, se superano certe
concentrazioni (5 mg/l.), si rivelano letali; i cianuri
possono risultare letali anche a basse concentrazioni,
così, il fiume, si può trasformare in una .
I metalli pesanti si concentrano nei
tessuti di fitoplancton, zooplancton e macroinvertebrati,
che a loro volta costituiscono l'alimento di avannotti
e piccoli pesci, e così via, fino a risalire, nella catena
alimentare, ai super predatori, come gli uccelli ittiofagi.
In questi animali si osserva dunque un fenomeno di bioaccumulo
di queste sostanze, che a causa delle elevate concentrazioni
raggiunte, può generare patologie di vario tipo, tra cui
gravi alterazioni a carico del patrimonio genetico, e
il .
Un'alterazione dell'acidità dell'acqua
(misurata con il pH) può provocare la scomparsa di molti
animali acquatici: già con un valore di pH pari a 6.5
muoiono molluschi e crostacei (gambero di fiume), e i
macroinvertebrati. Se il pH scende a 6.0 muoiono pesci
come le alborelle, lasche e cavedani, a pH 5.5 muore l'anguilla
e a pH inferiori a quest'ultimo valore sopravvivono solo
poche specie di invertebrati. La vegetazione acquatica
e ripariale subisce danni agli apparati radicali, diventa
più sensibile alle patologie e all'attacco degli insetti.
Anche le acque reflue del lavaggio degli
inerti, provenienti da cave e frantoi, provocano seri
danni alle comunità acquatiche: i limi in sospensione,
intorbidendo l'acqua, bloccano la penetrazione della luce
quindi i processi fotosintetici, e inoltre causano l'occlusione
e l'abrasione degli apparati respiratori dei pesci.
Si verifica anche una sorta di "desertificazione"
dei fondali e la conseguente scomparsa dei microhabitat
letteralmente ricoperti dal limo. Inoltre le particelle
in sospensione riducono la probabilità di trovare cibo
da parte di pesci come la lasca e il barbo, e distruggono
i siti di deposizione delle uova. Infine l'aumento di
temperatura delle acque diminuisce la solubilità dei gas,
abbassando la concentrazione di ossigeno, e aumenta il
rischio di contrarre malattie.

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