Tutto il territorio compreso entro
gli spartiacque
di un fiume costituisce il suo bacino idrografico. I
fiumi, infatti, scorrono sulla linea di fondovalle,
che è la parte più bassa del paesaggio (detta talweg
o linea di impluvio), motivo per cui tutte le precipitazioni
che cadono entro un bacino idrografico, seguendo le
pendenze dei suoli, confluiscono nei corsi d'acqua del
suo reticolo idrografico.
Osservando il tracciato di un bacino idrografico
possiamo desumere una serie di informazioni interessanti:
ad esempio, se un bacino ha un reticolo allungato a
lisca di pesce(Figura A) sarà soggetto a
piene meno violente e più diffuse rispetto ad un bacino
con un reticolo a ventaglio (Figura B).
Lo studio dei bacini idrografici consente di determinarne
il bilancio idrologico, che è dato dalla semplice relazione
Deflussi
= Afflussi ± Variazione delle riserve
Deflussi: è la quantità di
acqua che defluisce a valle di una sezione fluviale
immaginaria (per misurare la quantità complessiva
di acqua che defluisce nel bacino idrografico di un
fiume si considera la sezione di foce). La portata
viene di norma espressa in metri cubi di acqua che
passano, in un secondo, da una determinata sezione
del fiume.
Afflussi: sono costituiti dalle
precipitazioni,
solide e liquide, cadute sul bacino idrografico; possono
essere misurati con appositi strumenti chiamati pluviometri.
Riserve: Sono rappresentate
dalla capacità del bacino di immagazzinare
acqua, anche in modo temporaneo. Questa capacità
dipende dall'idoneità dei suoli a trattenere acqua
e da quante riserve d'acqua (quali alvei, golene,
bacini naturali ed artificiali) sono presenti in quel
bacino idrografico.
Per lo studio del bilancio idrologico
risulta importante stimare la quota d'acqua che si infiltra
nel sottosuolo, quella che torna in superficie, quella
persa per evaporazione e traspirazione, quella prelevata
e restituita per le attività umane. Un'altra variabile
importante è il"tempo
di corrivazione"che è il tempo che intercorre
fra la caduta delle precipitazioni sul bacino a monte
e il passaggio di quest'acqua a valle. Gli affluenti di
un corso d'acqua principale hanno, di norma, tempi di
corrivazione diversi e ciò impedisce il sommarsi delle
onde di piena , fatto che, altrimenti, potrebbe causare
problemi al regolare scorrimento delle acque.
E'
proprio per questo motivo che è molto importante non alterare
con interventi di artificializzazione la natura del bacino
montano: infatti, una riduzione della capacità di regolazione
idrica da parte del bacino, o sensibili modificazioni
degli alvei, possono portare a gravi scompensi nel comportamento
idrologico dei fiumi. Inoltre una riduzione dei tempi
di corrivazione in un corso d'acqua indica solitamente
una condizione di degrado del bacino.