I consumi di acqua per uso industriale sono molto variabili;
nei cicli tecnologici delle industrie l'acqua può servire
per molteplici scopi:
può finire nel prodotto finale
può essere usata per il raffreddamento delle macchine
può essere utilizzata come veicolo per allontanare
le scorie delle lavorazioni.
Il consumo dipende dal tipo di lavorazione,
dalla potenza e dal grado di efficienza degli impianti.
Anche la qualità
dell'acqua richiesta varia a seconda dell'utilizzo.
In Italia i prelievi di acqua per uso
industriale sono stimati intono ai 16 miliardi di mc.
In molti processi industriali l'acqua potrebbe essere
riciclata e si otterrebbe così un risparmio notevole come
raccomanda anche il D.L.vo 152/99.
Inoltre
non tutti sanno che c'è una grande differenza tra il "fabbisogno
assoluto", che è il quantitativo di acqua realmente
consumato per un determinato processo, ed il "fabbisogno
tecnico", che è il quantitativo che occorre prelevare,
per ragioni tecniche, per soddisfare il fabbisogno assoluto.
Nel caso dell'industria si stima che, mediamente, il fabbisogno
assoluto rappresenti solamente il 5% del fabbisogno
tecnico. La differenza (in questo caso il 95%)
è una quota di acqua sulla quale, migliorando la tecnologia,
sarebbe possibile effettuare un risparmio; infatti, anche
se questo 95% è costituito da acqua che viene restituita
all'ambiente, la sua qualità è molto spesso così scadente
da richiedere costosi sistemi di depurazione, oppure,
nel peggiore dei casi, non è più riutilizzabile.